
Le tracce della storia di Cuba risalgono al 1492 quando Cristoforo Colombo, durante un giro di perlustrazione dai mari dei Caraibi, avvistò per la prima volta l’Isola, che confluì nel dominio della Spagna. Qualche anno dopo, nel 1515 Diego Velázquez de Cuéllar fondò il primo villaggio e il 16 novembre 1519 fu fondata L’Avana (L’Havana), quella che oggi è la capitale di Cuba.
La popolazione cubana deriva da un mix di differenti culture
In quell’isola vivevano circa 100.000 persone indigeni che furono ben presto ridotte a schiavi dagli spagnoli. Peggio ancora, molti di questi abitanti origini morirono a causa delle malattie portate dai colonizzatori, del lavoro forzato a cui erano costretti e dei vari genocidi. Gli spagnoli ebbero così bisogno di altra manadopera, e portaroro nell’Isola schiavi africani che divennero il maggior numero di abitanti dell’isola. La gerarchia sociale imposta dai colonizzatori fu molto chiara: al vertice i funzionari governativi spagnoli, incaricati di mantenere l’ordine con la forza, poi c’era una classe intermedia di grossi proprietari terrieri costituita da creoli (bianchi nati in America), e infine gli schiavi indigeni e africani. Anche la Salsa Cubana nacque da questo incontro di culture, che è un mix perfetto tra ritmo africano e melodia europea.

L’abolizione della schiavitù rese i cubani liberi anche verso la religione
Nel 1880 fu – finalmente – abolita la schiavitù e molti cubani si sentirono finalmente liberi di praticare i propri vecchi riti portati dall’Africa che si mescolarono alla religione cattolica portata dall’Europa. In quel periodo, nei pressi de l’Avana, i cubani fondarono le prime case dedicate al culto della Santeria, la religione dell’Isola che aveva un carattere pragmatico e attraverso di essa i suoi affiliati cercavano di risolvere sia problemi spirituali sia materiali.

Ochun: la donna che proteggeva Cuba con l’amore e il ballo
Dalla religione nacque la divinità di Ochun, patrona di Cuba, una donna di straordinaria bellezza e capace di preparare succulenti piatti con l’utilizzo combinato di miele e cannella; cibo che aveva il potere di affascinare ogni uomo dell’Isola. Viveva in un fiume, da cui prendeva la sua forza. Ochun assisteva le gestanti e le partorienti e per questo fu riconosciuta come la protettrice delle donne, in particolare delle donne incinte. Altre qualità di Ochun erano la simpatia e una straordinaria bravura nel ballo, che svolgeva con ’immensa allegria e dolcezza.
Guai a chi faceva arrabbiare Ochun!
Ma Ochun era anche capace di arrabbiarsi, e quando lo feceva, era terribile, al punto che una sua punizione poteva condurre alla morte. Era una donna testarda che conosceva poco la parola perdono.
Siamo nel 2019, a 500 anni dalla fondazione della città di L’Avana e ancora ricordiamo e festeggiamo questa straordinaria donna capace di generare vita e amore, ma anche di terribili punizioni.
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