Gli eroi non sempre indossano il mantello per volare
Attilio è un eroe per suo figlio. E’ un edicolante che lavora tutte le mattine al suo chiosco. Non conosce un giorno di riposo.
Sacrifica il suo tempo libero per consentire a suo figlio Matteo di studiare e diventare pilota d’aereo.
Non ha mai viaggiato Attilio. Sogna di fare il suo primo viaggio a bordo dell’aereo pilotato dal figlio.
Ma gli eventi avversi sono dietro l’angolo e succede un triste giorno che Matteo subisce un grave incidente in macchina e perde la vita a soli vent’anni.
Inutile descrivere il dolore del padre. Vita distrutta. Sogni infranti. Sacrifici finiti nel vuoto da un giorno all’altro.
Ha gli occhi svuotati e non ha più intenzione di lavorare, perso ormai nell’apatia e nel forte stato depressivo in cui è piombato.
Quando pensi che sia finita…
Un giorno Attilio si sta recando presso il suo chiosco per chiudere l’attività e appena arriva sul posto dove ha speso tutta la sua vita trova un ragazzino che gioca con un aereo di carta.

Come ti chiami?
“Mario” risponde il ragazzino
Al che sorpreso, visto il colore mulatto della sua pelle, replica:
“Da dove vieni Mario”?
“La mia famiglia da un villaggio di Tunisi, ma sono nato a Palermo”
“E dimmi, Mario, cosa ti piacerebbe fare da grande”
“Il pilota d’aereo”, replica vispo.
Attilio è preso da una forte commozione e si lascia andare al pianto.
Mario rimane in silenzio e lo osserva impressionato nel vedere l’omone che ha davanti scoppiare in lacrime. Così accenna a confortarlo porgendogli il suo areo di carta.
Attilio capisce che non è quello il momento di smantellare il suo chiosco e decide di tornare a casa e mettersi a letto.
Venti, trent’anni dopo. Attilio è un eroe per suo figlio
Attilio si alza. Sono le 4 di mattina. La valigia sua e di sua moglie sono pronte dalla sera precedente.
Si recano all’aeroporto di Palermo. Sono pronti al primo viaggio della loro vita.
Attilio è emozionatissimo. Imbarazzato chiede le informazioni anche più scontate. In prossimità del decollo irrompe la voce del pilota Mario Habib:
“Attilio tieniti forte che si vola”!!!
Succede che le cose accadono. Anche 30 anni dopo, ma accadono.
Aran ha continuato a sudare. A lottare con i ricordi legati al suo passato. A provare a reprimere un dolore che si porterà per sempre, ma ha realizzato tre sogni.
Quello del figlio. Quello di Mario. E, in fine, il suo.